Köpenik, il quartiere di Berlino in cui è ubicata l’area di concorso, è situato alla confluenza del fiume Sprea con l’affluente Dahme ed è caratterizzato da un eccezionale contesto paesaggistico e da un centro storico relativamente ben conservato. L’area costituisce un interessante punto di intersezione fra la città ed il paesaggio. Un tessuto urbano definito da isolati compatti, il tracciato originario dalla storica Altmarktplatz, la vicinanza e il rapporto con l’acqua, il profilo articolato della gronda e dei tetti del centro storico così come i semplici e funzionali edifici industriali in mattoni sorti alla fine dell’ottocento lungo la riva orientale della Sprea sono gli elementi ed gli aspetti del luogo che vengono tematizzati nel nostro progetto.
Obbiettivi di questo lavoro sono la ridefinizione del tracciato stradale, la precisa articolazione della piazza nelle due zone chiaramente riconoscibili nelle planimetrie storiche e l’impostazione di una chiara gerarchia fra la piazza e gli spazi esterni della biblioteca. Più in generale lo scopo della nostra proposta è quello di mettere il nuovo edificio in consonanza con i diversi caratteri del luogo e ricomporre i diversi corpi di fabbrica in un nuovo ‘intero‘.
La disposizione del nuovo corpo di fabbric, che riprende nelle sue dimensioni la scala dell’edifica¬zione esistente, crea situazioni spaziali contrassegnate da specifici e distinti caratteri urbani. Sul lato nord ridefinisce lo spazio stradale e contemporaneamente inquadra e delimita la fuga della strada verso il fiume. Sul lato occidentale la nuova costruzione si attesta sulla traccia dell’originario edificio ad un piano demolito all’inizio del secolo scorso e ricompone il disegno originale della Altmarktplatz. L’entrata della biblioteca ed il caffè collocati direttamente sulla piazza contribuiranno a rivitalizzarla e a sottolinearne il carattere pubblico. Sul lato sud la biblioteca si apre verso una corte verde ed alberata che in futuro verrà inquadrata più precisamente da un nuovo corpo di fabbrica previsto dal piano urbanistico del centro storico. La sottile differenziazione della pavimentazione stradale (costituita da pietre di diverse misure e distanziate da fughe verdi di diversa dimensione) viene tematizzata e i differenti caratteri ed atmosfere degli spazi esterni vengono sottolineati dalla variazione degli spessori delle fughe nella pavimentazione.
Nel nuovo edificio si trovano la zona di lettura e gli spazi pubblici (sala conferenze, bar, etc.) della bliblioteca. Il nuovo edificio ed i corpi di fabbrica esistenti sono uniti da una spazio vetrato dove si trova la sezione prestiti della biblioteca. Questa ‘ fuga vetrata ‘ rappresenta un punto di intersezione sia dal punto di vista architettonico (intersezione fra nuovo ed esistente) che dal punto di vista funzionale (intersezione fra spazi) de¬stinati al pubblico e quelli amministrativi.
Per preservare il valore e le qualità spaziali e materiali dell’edificio esistente gli interventi di ristrut¬turazione vengono ridotti al minimo. In un nucleo centrale si trovano i nuovi impianti sanitari ed un ascensore viene inserito in un ca¬mino preesistente. Una rampa supera le differenze di livello fra nuovo ed esistente e fa rientrare quest’ultimo all’in¬terno della normativa per disabili.
Un compatto corpo di fabbrica di mattoni completa l’impianto esistente. Il profilo frastagliato del tetto inserisce il volume della biblioteca nella ‘ piccola scala ’ del tessuto urbano di Köpenik e tematizza la varietà e diversità delle sue coperture. A pianoterra si trovano gli spazi (sala conferenze, bar, uno spazio per i lavori di gruppo, etc.) che sono accessibili anche al di fuori dell’orario di apertura della biblioteca stessa. Un grande foyer funziona come spazio distributivo e può durante le stagioni calde essere trasfor¬mato in una loggia aperta verso il cortile alberato. Attraverso uno spazio a doppia ed in parte a tripla altezza si accede alla zona di lettura, una grande finestra lo mette in relazione con il fiume. Lo spazio di lettura per adulti ragazzi e bambini si articola su due piani creando per ciascun gruppo il proprio ambito. Gli scaffali per i libri si trovano lungo i muri o all’interno di uno spazio ad un piano mentre i luoghi di lettura sono collocati in spazi a doppia altezza. Il tetto copre l’intera zona di lettura della biblioteca e crea uno spazio unitario.
L’edificio è composto da quattro elementi, ognuno dei quali ha una propria materialità con un suo linguaggio: muri esterni (muratura di mattoni) copertura (costruzione in legno) struttura interna (cemento armato) mobili (MDF e libri) L’ampliamento della biblioteca viene realizzato in muratura di mattoni senza isolamento. I muri massicci, così come nell’edificio esistente, dichiarano la funzione portante della muratura. La muratura ha uno spessore di 64 cm per rispettare le norme relative al risparmio energetico. Lo spazio interno viene generato plasticamente dalla struttura continua di cemento armato (setti, solai, davanzali) che allo stesso tempo controventa la muratura esterna. Le finestre si trovano sul filo interno del muro per renderne leggibile la profondità. La facciata è costituita da tre diversi formati di finestre. La disposizione e la concentrazione delle finestre lasciano percepire, in facciata, gli spazi a doppia e tripla altezza che caratterizzano le sale lettura. Le larghe cornici delle finestre si trovano all’interno e incorniciano come quadri frammenti del paesaggio circostante. Il profilo movimentato della copertura, uno degli elementi più importanti dell’edificio, è costituito da una serie di falde alternate in legno lamellare. La luce naturale dei lucernari filtra in profondità nella sala attraverso le sottili travi del tetto. Mattoni, cemento e costruzione in legno sono visivamente uniti dalla stessa velatura di colore bianco-caldo. I materiali rimangono riconoscibili e mostrano la loro struttura. Tutto ciò che è portante è a vista. Ogni elemento costruttivo, quindi, parla il linguaggio del materiale con cui è realizzato.
4 Comments
Això es un mur de càrrega i la resta son tonteries! L’ha dispersió de les obertures fa dificil entendre la construcció de la façana per la imatge. També em sembla una mica extrany lartifici del dintell recobert de peces ceràmiques que imiten el totxo; la imatge es potent pro li resta una mica de força a aquest mur tan “guai”.
Home, és que amb 48398943 llindes aquestes obertures posades al tun tun quedarien indigestes. Caldria recórrer a la mega-jàssera estil Jaoul, però llavors potser no es compliria l’aïllament. Com a mínim s’han encarregat de posar les finestres per dins.
De totes maneres, Aldo Van Eyck deia que l’exhibició muscular és de mala educació…
Exsisten soluciones, cómo las de khan por ejemplo. O ordenar las aberturas; la que a priori me pareceria más adiente. Opino que si tienes un super muro increible pues le has de sacar el máximo partido y esta configuración de los dinteles y oberturas no ayuda. Respecto al “músculo”, no es necesario marcarlo haciendo posturitas pero no esta fuera de lugar llevar manga corta y que se vea.